lunedì 28 febbraio 2011

Il Cantiere del Palazzo Gulì sul Cassaro

Sul Palazzo Gulì insiste un cantiere lungo ma finalmente si intravedono i risultati. Il ponteggio sul fronte del Cassaro è stato alzato del tutto e i lati dell'edificio sembrano già terminati. L'augurio, a questo punto, è che i lavori di recupero terminino quanto prima..
Dal sito del Comune di Palermo qualche maggiore dettaglio sul Palazzo Gulì:

'I lavori riguardano il risanamento architettonico di Palazzo Gulì, edificio la cui storia è intimamente legata a quella del Monastero di Santa Maria de Latinis (detto del Gran Cancelliere), fondato nel 1171, di cui il palazzo rappresenta la propaggine prospiciente il corso Vittorio Emanuele.

Previste opere di ristrutturazione e recupero funzionale soprattutto per il piano terra e il corpo scala principale, da adeguare alle normative antincendio. Nel piano rialzato, le unità immobiliari saranno unificate in una sorta di “area terziaria”, sviluppando un percorso connesso al corpo scala e all’ascensore centrale. Al piano nobile si unificheranno le due grandi unità immobiliari. Il secondo piano, quello più manomesso, ha richiesto interventi più consistenti con veri e propri consolidamenti, demolizioni e ricostruzioni della struttura portante. Previsto anche il rifacimento di tutti gli impianti tecnologici.

Per gli intonaci esterni è stata scelta una calce con colorazioni a base naturale, per quelli interni il mezzo stucco. Materiali diversificati anche per le pavimentazioni: marmette di graniglia negli spazi interni, marmo di Billiemi per gli esterni.

Fino al 1567, il complesso monastico non prospettò mai sul Cassaro, perché esistevano unità edilizie che fungevano da filtro tra il monastero e il Cassaro stesso. Con la rettifica del Cassaro, si liberarono aree che furono in una prima fase acquisite da importanti famiglie mercantili per poi passare al monastero che già possedeva, nella migliore tradizione, alcuni locali denominati “la vista”, dai quali le suore potevano affacciarsi sul Cassaro senza essere viste.

Durante i moti garibaldini l’intero palazzo subì tali danni che l’Amministrazione comunale ne consentì un’ampia ricostruzione ad opera dei fratelli Gulì, nuovi acquirenti per una quota parte, che realizzarono tre elevazioni non allineandosi, quindi, agli antichi profili degli edifici adiacenti.

L’allineamento si ebbe con un’ulteriore sopraelevazione realizzata tra il 1860 e il 1880.

Gli eventi bellici della Seconda guerra mondiale distrussero totalmente il monastero, di cui rimane soltanto una debole traccia nel piccolo parlatorio nel vicolo del Gran Cancelliere. Da qui il lento e inesorabile degrado strutturale di Palazzo Gulì, di cui il Comune divenne proprietario nei primi anni Novanta effettuando poi alcune opere di consolidamento.
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