La situazione dei Teatri di fine Ottocento a Palermo è anticipata dal sito del Comune di Palermo:
'In quegli anni, Palermo, con circa 260mila abitanti, era, sotto il profilo demografico, la quarta città italiana, dopo Roma, Milano e Napoli. E poteva vantare – oltre al Massimo e al Politeama – altri quattro teatri, i settecenteschi Bellini e Santa Cecilia, il Teatro Garibaldi (1861) e l’Anfiteatro Mangano, realizzato nel 1889 con materiali effimeri, lungo l’attuale via Ruggiero Settimo, nel giardino del non più esistente palazzo Villarosa.'
Alla voce Teatro di Santa Cecilia su Wikipedia la struttura viene raccontata come un 'teatro seicentesco di Palermo attualmente in restauro.
Storico teatro della Palermo aristocratica e barocca, fondato dall'Unione dei Musici nel 1692, il real Teatro Santa Cecilia è stato nel tempo più volte ristrutturato tra il XVIII e il XIX secolo, prima della costruzione dei teatri Politeama, Massimo e Biondo, costruiti tutti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, era il teatro più importante della città
La ristrutturazione più importante avvenne nel 1853 sotto la doppia guida degli architetti Carlo Giachery e Giovanni Di Bartolo. Per un periodo venne utilizzato come museo delle cere, e poi venduto nel 1906 alla Società Ferri e Metalli che ne fece deposito e lo svuotò completamente: per questo motivo la costruzione attuale somiglia più ad un reperto di archeologia industriale che ad un teatro seicentesco ed è così che è stato usato negli anni Novanta.
È stata bandita una gara d'appalto per la ristrutturazione che sarà completata entro Dicembre 2008.'
E' vero è in restauro (c'è un cartello che lo dice) ma non vedo ancora i ponteggi all'esterno. Si tratta di un recupero importante per il Centro Storico che già adesso si vede impegnato su questo fronte con il Teatro Garibaldi in Piazza Magione (dove invece i lavori procedono spediti).
Diversa storia invece per il Teatro Biondo che, sempre su Wikipedia è descritto storicamente con una facciata 'con schema classico ottocentesco simmetrico secondo l’asse principale, il prospetto principale è mosso dal primo ordine che ha spicco sugli altri, il piano terra è ripartito dai vari accessi alle attività commerciali. La tipologia del complesso è quella tipica dei teatri di prosa.
Se dal punto di vista architettonico la costruzione non è particolarmente interessante, l’arredamento degli interni risulta un bell’esempio di arte decorativa dell’epoca. Su consiglio di Margherita, Andrea Biondo affida l’allestimento degli interni alla ditta Li Vigni. La ditta, vicina a Basile e ai Ducrot, lavora nel tipico stile liberty della Palermo dell’epoca. Notevole era il mobilio del foyer e del caffé, andato quasi completamente perduto nelle varie ristrutturazioni. Tutti i palchi e le colonnine avevano affreschi di Agozzino e le pareti e la cupola al Gregorietti, artisti legati ai Florio, che avevano già lavorato al teatro Massimo. I temi e i motivi (fiori, volute, figure danzanti) ricordano gli affreschi delle sale del villino Basile e di Villa Igea. Gli affreschi e le decorazioni, inspiegabilmente ricoperte dall’intonaco nelle ristrutturazioni degli anni '50 e 60, sono stati, solo in parte, purtroppo, riportati alla luce da recenti restauri. Ancora integre si presentano le balaustre e i lampadari dei Geraci.'
dove si trova esattamente il teatro santa cecilia?
RispondiEliminaPiazza Teatro Santa Cecilia / Via Cagliari
RispondiEliminapiù informazione a: maps.google.com
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