
Il volume è rilegato in pelle color cuoio, con fregi in oro sui piatti e sul dorso. All’interno vi sono dipinti gli stemmi nobiliari delle famiglie dei pretori e sindaci in carica a Palermo tra il 1795 e il 1912, in bianco e nero fino al 1857 e successivamente a colori. Il manoscritto si apre con uno stemma in acquaforte, quello della famiglia allora in carica, Francesco Maria Statella, principe di Cassaro, che appose per primo la propria firma nel volume il 7 dicembre 1795. Segue la dizione Libro di Giuramenti che presta l’Eccellentissimo Senato all’Immacolata Concezione rinnovato l’anno 1795.
Il rito, che ancora oggi continua a rinnovarsi, risale al 1624, quando Palermo era devastata dall’epidemia di peste e si decise allora di consacrare la città alla Vergine Maria. Da allora, ogni anno, la sera del 7 dicembre, il capo del Governo cittadino (prima il pretore, dopo l’Unità d’Italia il sindaco) si reca nella chiesa di San Francesco d’Assisi per giurare di difendere il privilegio dell’immacolato concepimento e offrire un tributo simbolico di cento onze (o scudi). Proprio domenica scorsa, il sindaco Diego Cammarata aveva perpetuato la tradizione, recandosi nella basilica e offrendo il tributo.
Il rito, che ancora oggi continua a rinnovarsi, risale al 1624, quando Palermo era devastata dall’epidemia di peste e si decise allora di consacrare la città alla Vergine Maria. Da allora, ogni anno, la sera del 7 dicembre, il capo del Governo cittadino (prima il pretore, dopo l’Unità d’Italia il sindaco) si reca nella chiesa di San Francesco d’Assisi per giurare di difendere il privilegio dell’immacolato concepimento e offrire un tributo simbolico di cento onze (o scudi). Proprio domenica scorsa, il sindaco Diego Cammarata aveva perpetuato la tradizione, recandosi nella basilica e offrendo il tributo.
Nessun commento:
Posta un commento