Nella ricorrenza del centesimo
anniversario della morte del pittore Antonino
Leto (Monreale,
14 giugno 1844 - Capri, 31 maggio 1913), la Fondazione Sicilia dedica all’artista uno straordinario
percorso espositivo, mettendo in mostra in maniera organica 13 opere
appartenenti alla propria collezione pittorica.
Un secolo, ma non si vede – Antonino
Leto nelle collezioni della Fondazione Sicilia: è questo il titolo dell’esposizione
allestita dal 27
maggio al 29 settembre 2013, a Palazzo Branciforte, lo storico edificio nel cuore di
Palermo (via Bara all’Olivella 2) che, sede della Fondazione Sicilia, è
divenuto, dopo l'importante progetto di restauro ultimato un anno fa dal genio
architettonico della compianta Gae
Aulenti, un vivace polo culturale per la città e per l'intera Isola.
L'allestimento curato dall’architetto
Corrado Anselmi, prevede la collocazione delle opere nella suggestiva Sala della Cavallerizza che già ospita
la ricca collezione archeologica della Fondazione. Meravigliosi e coloratissimi
quadri affiancati, in un insolito connubio di forme espressive, a rari e
austeri reperti storici: il risultato
espositivo è una contaminazione artistica dal forte impatto visivo.
I dipinti in mostra seguono e
raccontano l’evoluzione stilistica e lo sviluppo del linguaggio pittorico
compiuto dall’artista. È possibile infatti ammirare uno dei primi lavori di
impianto ancora vedutista (Lo stabilimento enologico Florio
a Marsala), i dipinti realizzati dopo la
permanenza a Napoli e a Firenze, quando Leto si avvicinò alla Scuola
Macchiaiola (Scena agreste e L’ultimo
tacchino),
un raro esempio di rappresentazione di un soggetto mitologico per lo più
estraneo alla produzione del pittore (La
fanciullezza di Zeus),
opere a cavallo dei due secoli e, infine, del periodo caprese.
Leto, ispirato dai dolci scenari
delle isole dell’arcipelago napoletano, popola le sue tele di pescatori e
fanciulli immersi nella luce solare e impegnati in attività quotidiane (Bambino
e fico d'india,
Pescatore
in riva al mare, Piccola
veduta caprese,
Spiaggetta
caprese,
Spiaggia
con agavi,
Studio per La
sciabica,
Atrio
di un palazzo antico
e Ragazzo
sul prato).
Il percorso espositivo mira proprio a suggerire, quasi a rivelare, ai
visitatori la forza creativa di questo straordinario artista caratterizzata da
una viscerale ammirazione nei confronti della natura e da un innato istinto a
indagare il paesaggio con animo poetico.
Tredici, si è detto, le opere che
articolano il percorso espositivo. Alle dodici presentate nella Sala della
Cavallerizza si somma quella, assai preziosa, affissa permanentemente alla
parete centrale del Ristorante Branciforte (ubicato all'interno del Palazzo): La
mattanza a Favignana,
stupefacente per qualità formale e portata sentimentale.
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