martedì 13 agosto 2013

L'Affitto di Beni Culturali a Privati. Un'Opportunità da Non Perdere.

La mia è una voce fuori dal coro anche se non poi così tanto.. Mi riferisco al Caso Segesta, dove un agenzia israeliana ha organizzato un evento privato per facoltosi americani. Una cena.

da natalegiunta.it

Si sono visti tanti articoli di giornali urlare al degrado morale e culturale e alla prostituzione dell'arte è tuttavia interessante leggere anche i tanti commenti agli articoli dove la dimensione dello scandalo viene ridimensionata e rubricata come opportunità. 

Perché, anche a mio avviso, di opportunità si tratta. 

Come premessa, ormai nota, l'affitto dei Beni Culturali per uso privato è una fattispecie normativamente prevista dal Codice dei Beni culturali (art. 106). Come ulteriore premessa, forse meno nota, l'affitto dei Beni Culturali è un attività molto più frequente in zone forse più turisticamente emancipate ma anche dove la cultura del restauro e della conservazione è più diffusa (solo per una maggiore presenza di provviste economiche a ciò dedicate..). Non tutti ricordano come gli Uffizi e il Salone dei Cinquecento a Firenze siano stati affittati per sfilate di moda e ancora, forse peggiore agli occhi di chi non condivide, Palazzo Pitti, Piazza Pitti e Piazza Ognissanti interdetti al pubblico per il matrimonio di un magnate indiano. Tutto solo quest'anno. 
Come anche l'affitto alla Ferrari del Ponte Vecchio, ancora meno digeribile per chi parla di mortificazione dei beni culturali (almeno a Segesta, l'evento si è tenuto in orari di chiusura e fuori dal Tempio). E a Roma? Forse non tutti ricordano che Arnault ha preso in affitto per il suo gruppo il Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur (il 'Colosseo Quadrato' per intenderci). Ma gli esempi possono essere tanti altri..

E qui un ulteriore premessa. Drammatica. Le casse delle soprintendenze sono esangui. Le vie del denaro pubblico, in Sicilia, sono dirette verso altre destinazioni. Come prendersi cura allora dei Beni Culturali? Come intervenire per i restauri? L'intervento dei privati allora mi sembra più che opportuno. 

Eppure ci si lamenta di quello che è successo a Segesta. Una cena a 'bordo Tempio'.. luci non consone sulle colonne doriche, ecc.. ma credo che sia un polverone che fa soltanto male ai potenziali vantaggi che l'affitto dei beni culturali potrebbe recare ai futuri investimenti nel campo del restauro. Non mi ricordo di lamentele per i Festivalbar nell'arena di Verona nè, più vicino a noi, le sfilate di moda al Teatro Antico di Taormina, né ancora gli altri concerti pop o di musica leggera in altri teatri antichi siciliani. 

Non è quindi lo 'stra-uso'.. Forse pesa piuttosto il fatto che la cena sia stata esclusiva e per pochi. Ma in fondo è stata fatta al di fuori degli orari di apertura.. quindi continuo a non capire...

Auspico quindi che di eventi ce ne siano degli altri. I beni culturali non verranno dissacrati anzi il loro uso anche attraverso l'affitto aiuterà ulteriormente la fruizione degli stessi. Soprattutto in Sicilia dove anche il funzionamento ordinario e l'agibilità quotidiana è spesso compromessa. 

5 commenti:

  1. Non sei voce fuori dal coro, una fetta consistente di opinione è a favore.

    RispondiElimina
  2. Grazie per le vostre idee appassionate e informate sul tema degli usi commerciali dei siti del patrimonio culturale si.
    Quando gestito con attenzione e sensibilità, possono portare molto denaro necessario per aiutare a preservare questi luoghi preziosi.

    Elisabetta, Los Angeles, CA

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono contrario per principio, ovviamente. Prima però, vediamo di usare i fondi europei e altri messi a disposizione, che sembra a volte restino inutilizzati o male utilizzati. Poi per il personale, basterebbe prenderne da comparti, ad esempio forestali, dove c'è un'incredibile sovrannumero. Sarebbe opportuno ed eticamente corretto prima di cercare altri fondi che possibilmente potrebbero essere utilizzati in maniera migliore, usare quelli che già sono a disposizione.

      Elimina
  4. Concordo pienamente con quanto scritto sopra. Sono stata a Segesta due settimane fa in occasione di uno spettacolo di musica e danza svoltosi all'alba. Presenti molti giovani ed un pubblico di qualità. Molti nell'attesa concordavamo che è un delitto chiudere quel sito agli eventi teatrali; pare che il comune di Calatafimi non ha fondi . Diamo il sito ai privati , creiamo posti di lavoro e verranno soddisfatte le aspettative di un pubblico che desidera respirare cultura al crepuscolo di quel magico luogo

    RispondiElimina