Lo riassume benissimo La Repubblica, in questo articolo a firma di Claudia Brunetto:
'Un reddito medio pro capite che supera appena i 10 mila euro e fa piombare la città di Palermo in fondo alla classifica nazionale, seguita solo da Catania e Napoli. Un tasso medio di inflazione dello 0,6 per cento e un trend fortemente decrescente del mercato immobiliare che in dieci anni, dal 2003 al 2013, è diminuito del 45,1 per cento. Sono alcuni dati dell’edizione 2013 di “Panormus”, l’annuario del Comune, elaborato dal servizio statistica.
Chiudono gli sportelli bancari e si immatricolano meno automobili e motocicli. Ma a fronte di un panorama economico difficile, una nota positiva sono le presenze turistiche: oltre un milione e 400 mila, di cui oltre la metà riguarda cittadini stranieri. Il 4,6 per cento in più rispetto al 2012. (...)'
Viene evidenziata una situazione drammatica, purtroppo ben nutrita e che probabilmente nel corrente anno sarà sicuramente di gran lunga peggiorata. Tuttavia, nei barlumi apocalittici si intravede una luce in fondo al tunnel. Una via di uscita ben segnalata.
Va tutto male, insomma, tranne il turismo. Ma sembra una strada ancora non così ben scontata.
Parliamo di banalità ma è bene ricordarlo. Palermo ha un clima invidiabile, una storia eccezionale e un patrimonio artistico e architettonico da restare a bocca aperta. Abbiamo pure il mare e si mangia bene.
Abbiamo, dall'altra parte, a che fare con una classe politica totalmente (o volutamente) inadeguata. Abile a difendere le proprie prerogative e a perdere (e a non spendere) fondi a 10 zeri che potrebbero essere una salvifica iniezione di liquidità per la soluzione di molti problemi.
Siamo penalizzati logisticamente e carenti di infrastrutture per la produzione industriale.
A questo punto è facile tirare le somme.
Ci aiuta ulteriormente un confronto con realtà simili. Basta leggere questi dati relativi alle presente turistiche in Spagna.
Consideriamo, quindi, che Barcellona ha avuto (nei soli primi 5 mesi del 2013) 8 volte le presenze turistiche straniere a Palermo. L'Andalusia (nello stesso periodo) ne ha ricevute più di 4 volte tanto. Pertanto una proiezione-anno potrebbe portare ad assumere come circa 20 volte il numero di presenza straniere a Barcellona e 10 volte quelle andaluse rispetto a Palermo (Se volete approfondire il 2014, comunque stessa solfa, leggete questo link.)
Palermo potenzialmente non ha nulla da invidiare a Siviglia o Barcellona. Oltre ai sopravvalutati luoghi comuni quali i servizi pubblici da segno della croce, la spazzatura (questo sì a rilevante produzione industriale), ecc. (sempre colpa della astuta classe politica) monumentalmente non siamo da meno rispetto a Barcellona (anzi..) e Siviglia con le nostre 200 chiese e i tanti palazzi nobiliari in Centro Storico.. ma anche Mondello, ecc.
Si tratta di essere consapevoli. In primis della bellezza di Palermo (basta polemiche gratuite e continue, non si va da nessuna parte), questo vuole fare AmoPalermo. Rendervi consapevoli dei progressi (che ci sono), dei numerosi restauri, della acquisita vivibilità (ricordiamoci cos'era il Centro Storico venti anni fa). Assunta la conoscenza dello spessore architettonico-culturale della città sarà facile comprendere la forza non espressa in campo turistico della città.
Tocca solo rimboccarsi le maniche e essere intraprendenti. Sarà difficile ma non impossibile. Toglietevi le ambizioni di un posto alla Regione, in banca, o in altre trappole mentali. Sono ad esaurimento e non cedete a promesse, quasi volgari, di future assunzioni che vi terranno sospesi per anni.. e pensate a voi stessi. Il dilemma più facile è o investire in se stessi o partire e lasciare Palermo concorrendo al continuo dissanguamento di questa città.
Il campo turistico è in fondo un ambito lavorativo piacevole. Si tratta di una lavoro dinamico, con un datore di lavoro (il turista, per l'appunto) sorridente, che non ordina ma chiede e che non tarda nei pagamenti.
Basta con gli inutili corsi per estetisti, operatori ecologici, ecc. (sempre l'inutile classe politica) impariamo l'inglese e a sviluppare servizi. Il turista che viene, il più delle volte rimane impressionato (e non in senso negativo) da Palermo. E' proprio lui il vettore migliore per il brand cittadino nei mercati esteri. Ne parlerà bene e invoglierà altri a venire.
Amate Palermo e Palermo saprà darvi anche un lavoro..
la bellezza di palermo è andata perduta col perdersi dei mestieri e delle tradizioni dei mercati. purtroppo il resto sono solo fasti barocchi e riscoperte arabo-normanne che non siamo in grado di vevere
RispondiEliminail rilancio va fatto sulle attività del centro storico e sui mercati, incentivando l'apertura di botteghe e locali. sui trasporti, facendo passare il tram dal centro storico o dal fronte a mare, aiutando i proprietari ad affittare le case ecc.
RispondiEliminaPurtroppo, sembrano parole scontate, ci vuole un metodo di gestione diverso, competenza di settore (non infarinatura e tuttologi..), creare un vero sistema che coinvolga l'intera regione e per Palermo, una scelta coraggiosa su quale "indirizzo" intraprendere, se città votata al commercio, turismo, eventi, congressi, manifestazioni culturali, sportive etc,(non è assurdo che il centro biomedico di Carini sia ancora al palo???) insomma un terziario puro con annessi e connessi (servizi, trasporto urbano e sub-urbano, ampie zone pedonali, sicurezza, pulizia etc etc..). oppure esaltarne il degrado e conducendo le battaglie per Cig, Pip, Pop, Pap e chi più ne ha ne metta.. nel deprimente spettacolo che ci rappresenta giornalmente agli occhi di tutti.
RispondiEliminaForse sarebbe il caso di intraprendere invece un vero volano ed una piena valorizzazione del patrimonio nel suo contesto che dia un'impronta diversa ed un'immagine di vera capitale del Mediterraneo. Oggi, pur apprezzando quanto si possa realizzare cammin facendo.. e pur registrando dati confortanti, manca una pianificazione progettuale, le iniziative sembrano restare slacciate, gli effetti di gran lunga inferiori alle potenzialità (come già ben evidenziato).
Alla politica, ai cittadini (che scelgono i propri rappresentanti), alle parti sociali (troppo ancorate alla vecchia salvaguardia delle briciole), il coraggio di osare, di saper scegliere e seguire un programma ben delineato che abbia obiettivi precisi e ambiziosi, in grado di porre in essere progetti che determinino un'evoluzione culturale, sociale ed economica in grado di generare lavoro, ricchezza e crescita ...e soprattutto di evitare quell'emorraggia ed evasione consuetudinaria di tanti giovani costretti e rassegnati da una lentezza paranoica, inaccettabile, senza eguali in un paese civile e membro da più di 60 anni della civilissima Unione Europea...
Un augurio ma molta più determinazione a fare presto e a cambiare rotta con convinzione ed un supporto che speriamo sia sempre più ampio.
Un caro saluto
Massimo M.